All’interno di Face a Face – parole di Francia per scene d’Italia, progetto dell’Ambasciata di Francia in Italia in collaborazione con Istituto Francese di Firenze, giovedì 28 aprile alle ore 21.00 la Compagnia Krypton propone ad ingresso libero al Teatro Studio di Scandicci la mise en espace a cura di Giancarlo Cauteruccio di Lettera agli attori di Valère Novarina, tradotto da Gioia Costa e interpretato da Fulvio Cauteruccio, con la partecipazione di Laura Bandelloni, Irene Barbugli, Massimo Bevilacqua, Patrizio Buonaguidi, Arrigo Carcaterra, Gaia Cardellini, Umberto D’Arcangelo, Debora Daddi, Elisa Di Tomaso, Mirella Fossati, Antonella Nardi, Valentina Nucciotti, Flavia Pezzo, Tina Santacesaria, Elettra Spepi e Riccardo Storai.
Saranno presenti alla serata la traduttrice e l’autore, che Parigi ha consacrato con un ciclo di spettacoli, incontri e letture delle sue opere al Teatro dell’Odeon dal 4 novembre 2010 al 30 gennaio 2011.
La Lettera agli attori, è stata scritta in una notte durante le prove de L'Atelier volant, primo testo teatrale di Novarina del 1970, anno della sua messa in scena diretta da Jean-Pierre Sarrazac.
La regia di Sarrazac è stata l’occasione per comporre Lettera agli attori, in cui l’autore ginevrino espone il suo speciale rapporto con il corpo dell’attore e la sua attenzione per la lingua e per la dimensione orale della pagina. Questa attenzione si è andata delineando nel tempo con sempre maggior rigore: da anni infatti si parla dell’”attore novariniano” come di un interprete che stabilisce un diverso rapporto con la scena e soprattutto con la parola. Il testo quindi è un proclama e un atto d'amore: certificato di nascita dell'attore "pneumatico" e di un linguaggio che è soffio vitale, respiro della scena. Novarina chiama cailloux, "sassolini", quei frammenti verbali che vengono rimasticati nella bocca e nel cervello. Allude ad una pratica creativa che non distingue i diversi stadi dell'invenzione e della riflessione. Sono "sassolini" le piccole ossessioni tematiche, le parole-flash, i ritornelli mentali, i nomi, le litanie, i numeri, gli elenchi, i suoni e le onomatopee, il ritmo e i minuscoli personaggi che scaturiscono da un dizionario universale dei "nomi del mondo". Come ha messo in luce Maurizio Grande “Novarina condensa e riespone la sua idea di teatro nella diluizione dei nomi parlanti, nell’orgia di una carne famelica che il teatro pretende di dire e di salvare dicendo, proferendo. Per questo, nei suoi testi, le orecchie sono così spesso citate, evocate, chiamate alla scena. Le orecchie, ovvero le parti del corpo più aperte all’esterno, volti inguardabili dell’ascolto, che Novarina invoca perché attraverso le orecchie si formi quell’unico teatro possibile della parola: un soffio che si trasforma in voce e che si ri-trasforma in suono nel suo presentarsi alle buche esterne del capo, della testa, questo tappo poggiato sul totem dell’uomo-trou, del nome poggiato su un ‘buco’ attraverso il quale passa il dolore della vita ”
Il 28 aprile
al Teatro Studio di Scandicci
COMPAGNIA KRYPTON
presenta
LETTERA AGLI ATTORI di Valère Novarina
mise en espace di Giancarlo Cauteruccio
con Fulvio Cauteruccio